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Intervista a cura di Fabrizio Lo Bianco


Quali sono i tuoi sceneggiatori e i tuoi disegnatori preferiti?
Cavazzano e De Vita, naturalmente, per il comico. Milazzo, Alessandrini per il serio classico. Serpieri come abilità grafica. Poi ci sono molti autori che lavorano per il mercato francese, nei cartonati, tutti bravissimi. Peccato che spesso a un grande lavoro grafico corrispondano storie assolutamente vuote. In ogni caso non leggo più molti fumetti. Preferisco leggere libri.

A quali delle tue storie sei rimasto più "affezionato"?
Ce ne sono alcune del primo periodo e che appartengono al filone "tecnologico paperoniano". Quelle cioè in cui Paperone si lanciava in affari azzardati e basati su una qualche nuova tecnologia. Per esempio Zio Paperone e gli iceberg volanti, Zio Paperone e la fattoria orbitale, Zio Paperone e la rivoluzione elettronica (dove, nel 1983, Paperone inventa internet, le chat line, il telelavoro, ecc.). Tra le ultime Topolino e l'intruso spazio-temporale, della serie sulla Macchina del Tempo; e poi le ultime delle serie di "Cera una volta in AMerica..." e "I Diari di Tops De Tops" dove secondo me De Vita ha dato il massimo.

Tu sei uno dei professionisti del fumetto più attenti allo sviluppo del web e alle possibilità che esso può offrire a questo medium: oggi che si parla di continuo di "crisi del fumetto" pensi che Internet possa giovare alla salute della narrazione per immagini?
Qui tocchi un tasto interessante perché io sono sinceramente e (nonostante la crisi di internet attuale) sempre più appassionatamente convinto che il raccontare per immagini abbia un grandissimo futuro sul web (tra l'altro sono circa 20 anni che sento dire che il fumetto è in crisi. Certo Tex non vende più un milione di copie, ma adesso Bonelli pubblica una trentina di testate mentre prima erano due o tre. Idem per la Disney. Quanti disegnatori e sceneggiatori lavorano oggi per Bonelli? E quanti venti anni fa? Quando ho cominciato con la Disney c'erano una ventina di collaboratori; adesso sono più di duecento. Vogliamo ancora dire che c'è la crisi? La verità è che la torta cresce meno di quanto crescano quelli che la vorrebbero mangiare. E' il momento di occuparci anche delle brioches...). In effetti cosa sarebbe il web senza le immagini? E il fumetto che cos'è se non immagini che raccontano belle storie? Un prodotto bello, semplice, facilmente fruibile e a basso costo in confronto al cinema e al cartone animato. Se poi ci mettiamo un mercato mondiale... Trovo semplicemente demenziale che ogni giorno migliaia di camion trasportino in lungo e in largo per la penisola milioni di copie di giornali e riviste che diventano carta da macero la sera stessa (altri camion su e giù, ecc.) L'editoria sul web non è una speranza, è una vera necessità. Quindi prima o poi verrà il momento anche del fumetto e gli autori devono stare pronti perché stavolta saranno loro a raccogliere i frutti migliori. Certo, il vecchio giornaletto si può leggere anche al gabinetto, o in tram... ancora più certo è che in Italia gli imbecilli sono tantissimi (lo provano gli ascolti di Celentano che spara cazzate o del Grande Fratello) ma verranno l'e-book, la smart card, la fibra ottica e la banda larga e allora...

Trai ispirazione dalla letteratura "tradizionale"?
Qui ho già risposto. Aggiungo che ultimamente i mostri sacri del book commerciale (Wilbur Smith e company, per intenderci) scrivono libri di suspence e avventure che altro non sono che... storie a fumetti senza disegno. Anche il cinema sta saccheggiando il fumetto a più non posso. Non mi direte mica che Indiana Jones non era un fumetto? Sono loro che si ispirano a noi e non viceversa!

Ultimo libro letto.
"Vita Quotidiana dei Greci ai tempi di Pericle". Questo perché mi piace la storia "minima" quella fatta dalla gente normale. Comunque, da tutto quello che leggo traggo spunti per le mie storie.

Tre titoli di fumetti imprescindibili secondo Giorgio Pezzin.
Francamente non mi viene in mente niente. Solo dei personaggi: Martin Mystere sopra tutto! e poi qualche storia mia (Eh! Eh!) per esempio Zio Paperone e il misterioso inutile.

Una curiosità: sei un ingegnere prestato al fumetto o uno sceneggiatore nato cui è capitato di laurearsi in Ingegneria?
Questa è una storia lunga in cui c'entra anche il fatto che, ai miei tempi, non si parlava ancora di new economy, flessibilità, lavoro in affitto, ecc. Allora c'era ancora l'idea del posto per la vita e mio padre considerava quello dell'ingegnere (o anche meglio, del medico) quello più sicuro di tutti. A me piaceva creare e progettare è molto creativo. Allora il fumetto lo leggevo soltanto, quindi avevo optato per Architettura, ma era il 1968 e l'università era preda della politica. Allora andai ad Ingegneria, dove le difficoltà degli studi lasciavano meno spazio alle altre cose. Siccome sono curioso, come dicevo, studiavo anche volentieri e diventai rapidamente ingegnere... per ritrovarmi con la politica quando mi misi a fare la professione (io sono ingegnere civile il che mi ha portato ad aver a che fare con i piani regolatori, il territorio, gli appalti. BRRR!) ma nel frattempo avevo trovato il fumetto e da allora non ho più smesso. Ma molte mie storie a fumetti hanno trattato argomenti tecnici e ingegneristici, per cui nulla è andato perduto! Però la verità è che forse sono sempre stato uno sceneggiatore e non si può andare contro natura; ma prima mica lo sapevo!

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